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Radici - Serie tv st.01x03 (1977) [BluRay.7420p.x264.ITA.ENG.AC3.Sub.ITA.ENG] iNTERNAL
Drammatico; Storico
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Radici - Serie tv st.01x03 (1977) [BluRay.7420p.x264.ITA.ENG.AC3.Sub.ITA.ENG] iNTERNAL
Titolo originale: Roots
Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 1977
Formato: Miniserie TV
Genere: Drammatico; Storico
Puntate: 8
Durata: 573' min.
Prima TV: Stati Uniti d'America dal 23 gennaio 1977 al 30 gennaio 1977
Rete televisiva: ABC
Prima TV in italia: Dall'8 settembre 1978
Rete televisiva: Rai 2
Premi: 1 Golden Globe per la miglior serie drammatica 1978
LeVar Burton - Kunta Kinte/Toby
John Amos - Toby (da adulto)
Cicely Tyson - Binta
Thalmus Rasulala - Omoro
Maya Angelou - Yaisa, nonna di Kunta
Ji-Tu Cumbuka - Lottatore
O.J. Simpson - Kadi Touray
Moses Gunn - Kintango
Hari Rhodes - Brima Cesay
Ren Woods - Fanta
Beverly Todd - Fanta (da adulta)
Ernest Lee Thomas - Kailuba
Edward Asner - capitano Davies
Ralph Waite - Third Mate Slater
Louis Gossett Jr. - Fiddler
Lorne Greene - John Reynolds
Lynda Day George - signora Reynolds
Vic Morrow - Ames
Paul Shenar - John Carrington
Robert Reed - dott. William Reynolds
Madge Sinclair - Bell Reynolds
Gary Collins - Grill
La serie racconta la storia di una famiglia di schiavi negli Stati Uniti a partire dal 1750, nascita in Gambia nel villaggio mandinka di Juffure del capostipite Kunta Kinte, il quale giunto all'età di quindici anni, viene portato con altri coetanei in un luogo per l'iniziazione e la circoncisione, secondo i precetti dell'Islam. Tornato a casa sua nonna Nyo Boto gli comanda di andare nella giungla per procurarsi un tronco di legno per fabbricare un tamburo, ma viene catturato dagli slatì, membri di altre tribù ingaggiati dai taubob, gli europei, per catturare schiavi. Kunta sulla spiaggia per l'imbarco reincontra due suoi amici ora prigionieri, la giovanissima Fanta e il suo maestro di lotta. Kunta e gli altri sventurati sono fortunati giacché il capitano della nave negriera, evangelico osservante, ha optato per il cosiddetto pacco largo, ovvero minor numero di deportati, ma meglio distribuiti e dunque con minor mortalità durante il trasporto. Durante i tre interminabili mesi, i prigionieri giacciono costantemente incatenati su dei tavolacci. Kunta, convinto che l'Atlantico sia un largo fiume ha lo shock di non vedere alcuna sponda. Una ragazza, temporaneamente libera per appagare la ciurma, cade definitivamente in mare e un tentativo di rivolta viene stroncato con il sangue. Kunta, giunto ad Annapolis nel Maryland, è venduto all'asta a Massa John Reynolds (deformazione dialettale di master, padrone), su consiglio dello schiavo Violino, per venir ribattezzato come Toby. Kunta non può accettare la sua condizione né il nuovo nome. È orgoglioso, più intelligente degli altri schiavi neri in America, tenta più volte di fuggire - reincontrando Fanta ora chiamata Maggie - per essere riacciuffato e punito duramente finché non subisce la mutilazione di parte del piede. Rassegnato e venduto con altri al fratello Dr. William Reynolds, viene assunto come cocchiere e sposa Mamy Bell per mettere al mondo Kizzy, che nella sua lingua avita significa "colei che rimane". Kizzy cresce, impara da Toby tante cose dell'Africa ma anche a leggere e scrivere dalla nipote del Dr. Reynolds, Missy Anne. Scoperto ciò Reynolds vende la ragazza a Massa Moore che la violenta. Da ciò nasce George che diviene da grande allevatore di galli da combattimento, con il nomignolo di "Chicken George" ("Gallo George" nella versione italiana). George si sente un privilegiato giacché non deve lavorare nei campi ed accumula del danaro ma un giorno apprende della paternità bianca trovandola una ferita al suo orgoglio. George, in seguito a una sconfitta in un combattimento di galli, lascia l'America e la sua famiglia alla volta del Regno Unito per poter poi dopo alcuni anni tornare ed ottenere la libertà dalla schiavitù. Suo figlio Tom il Fabbro cresce, vive e lavora per Massa Harvey. Sono tempi duri. C'è la frizione tra gli stati americani, il Nord abolizionista ed il Sud schiavista. George torna da Tom da uomo libero ma non può rimanere pena il decadimento del suo stato. Infuria la Guerra Civile Americana. I massa temono la fuga degli schiavi ora liberi. Esplode la violenza del Ku Klux Klan. George preleva i suoi figli portandoli nel suo terreno appena acquistato nel Tennessee. La prima parte della saga termina con il racconto di George sulle radici familiari, da suo nonno Kunta Kinte nato libero alle nuove generazioni non più schiave ma che avranno ancora molto da lottare.
Quando il marketing ancora non imponeva di chiamare gli sceneggiati “fiction” e le stazioni televisive si contavano sulle dita delle mani, tutta Italia si sintonizzò su Rai 2 per seguire la storia di Kunta Kinte, adolescente del Gambia reso schiavo e deportato in quelli che stavano per diventare gli Stati Uniti d’America. La stessa cosa che era successa un anno e mezzo prima negli Stati Uniti. Andato in onda sulla ABC dal 23 al 30 gennaio 1977, Radici aveva totalizzato una media 80 milioni di spettatori a puntata, con il 66% di share medio. L’ultima puntata fu seguita da 100 milioni di persone, praticamente la metà dell’intera popolazione statunitense, e ancora oggi è la terza trasmissione televisiva più vista di tutti i tempi dopo il finale di M*A*S*H e l’episodio di Dallas in cui sparano a JR. Un successo clamoroso per un prodotto così anomalo da far temere ai produttori la più totale débâcle. Nella televisione statunitense dell’epoca era estremamente raro vedere serie drammatiche con protagonisti personaggi di colore, tantomeno con l’uomo bianco a fare il cattivo (figuriamoci poi in quella italiana), così – pur gettandosi nel progetto con il massimo impegno vista la sua importanza e l’eco ottenuta dal libro di Alex Haley da cui è tratto – i produttori della ABC avevano preso tutte le contromisure possibili per evitare una diaspora di spettatori e limitare le perdite economiche. Iniziando dalla creazione di alcuni personaggi bianchi tutt’altro che malvagi, passando attraverso il cast ricco di volti noti anche per ruoli da comparsa (OJ Simpson, ad esempio, recita in una sola scena nel primo episodio) e arrivando fino alla decisione senza precedenti di trasmettere l’intera miniserie in serate consecutive invece che a cadenza settimanale. Il risultato, come detto, fu epocale, e non è sbagliato definire Radici come una delle produzioni più importanti della storia della televisione. Forse addirittura la più importante in assoluto, considerato l’impatto che ha avuto su tutte le produzioni che sono venute dopo e sul modo stesso di concepire la televisione da parte dei network. Al di là della sua importanza storica, comunque, Radici resta una serie scritta benissimo. Esaltata da dialoghi splendidi (straordinari soprattutto nella parte africana ma giustamente profondi, anche se un pizzico retorici e troppo moderni, una volta arrivati in America), la trama risulta coinvolgente e appassionante anche per lo spettatore del XXI secolo. Per quanto sia la storia di Kunta Kinte quella che oggi si ricorda più facilmente (e quella in fondo più dura), anche quella di Gallo George è molto ben costruita e decisamente emozionante, ma è comunque tutta l’epopea della famiglia Haley dal Gambia fino al Tennessee passando per Virginia e North Carolina che sa colpire e commuovere. Un pugno di scene, qua e là, sono davvero mal scritte e mal consigliate, ma altre sono davvero eccezionali – ad esempio quella nella quinta puntata in cui Tom insegna a Vecchio George come fare il sorvegliante, o quella in cui Toby decide di rimanere con la sua famiglia invece di scappare dalla piantagione. E la scena del taglio del piede nella terza puntata fa ancora impressione… Sorprende, però, vedere l’insipienza di molti attori di contorno così come la rozzezza della messinscena in diversi momenti. Certi svarioni tecnici sono davvero inspiegabili per una produzione di questa importanza, per quanto non è detto che gli spettatori dell’epoca potessero notarli. Nessuno dei quattro registi che si sono alternati alla guida della serie fa una gran figura, ma tutti e quattro tengono saldamente in mano le redini del racconto, dando buon ritmo alle 8 puntate da 90 minuti. Puntate che, nel complesso, ottennero 30 nomination agli Emmy Award vincendone 9, generando un seguito due anni dopo e segnando un’epoca non solo nel costume televisivo mondiale ma anche nel mondo della cultura statunitense. Se c’è una serie televisiva che si può paragonare a Quarto Potere per l’influenza rivoluzionaria che ha avuto sul linguaggio del suo medium – per quanto in questo caso più a livello tematico che tecnico – questa è proprio Radici.
Questa serie è tratta da un'edizione speciale (cofanetto BluRay), che raccoglie le 8 puntate in 3 unici episodi. Di conseguenza sono stati fatti molti tagli delle 8 puntate originali!
Formato video: 1.280x720
Codec: MkV
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Generale
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Re: Radici - Serie tv st.01x03 (1977) [BluRay.7420p.x264.ITA.ENG.AC3.Sub.ITA.ENG] iNTERNAL
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Re: Radici - Serie tv st.01x03 (1977) [BluRay.7420p.x264.ITA.ENG.AC3.Sub.ITA.ENG] iNTERNAL
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